L'8 marzo, i prezzi dei prodotti energetici e chimici cinesi hanno continuato a salire e scendere, gli elevati prezzi del petrolio hanno colpito il settore a valle dell'industria della plastica e molte fabbriche hanno operato a carico ridotto. Sotto la duplice pressione dell'offerta e dei costi, aziende nazionali ed estere hanno inviato lettere per annunciare l'aumento.

Mentre i prezzi internazionali del petrolio raggiungevano il livello più alto degli ultimi 14 anni, l'impatto dell'impennata dei prezzi di questo "re delle materie prime" globale ha iniziato a estendersi a valle della filiera petrolchimica, con l'industria della plastica a subirne le conseguenze più gravi.

Secondo fonti del settore, molti produttori di materie plastiche hanno ridotto l'attività poiché i margini di profitto sono stati ridotti dall'aumento dei costi, nel primo segnale che la distruzione della domanda causata dall'impennata dei prezzi del petrolio potrebbe estendersi ad altri settori.

L'impennata dei prezzi del greggio e i dubbi sulle prospettive di approvvigionamento della nafta derivata dal petrolio proveniente dalla Russia stanno mettendo a dura prova l'economia della produzione di plastica negli impianti di cracking in Corea del Sud, Taiwan e Malesia. È anche un segnale precoce che il conflitto russo-ucraino potrebbe portare a difficoltà operative per le industrie che dipendono dalle materie prime a monte.

Anche gli elevati costi di spedizione hanno aggravato la sfida dei costi e hanno spinto le aziende a ridurre la produzione piuttosto che rischiare ingenti perdite.

I margini di profitto sulle materie prime, tra cui etilene e propilene, utilizzate per produrre plastica, sono già bassi e, dallo scoppio del conflitto russo-ucraino, i margini di profitto nei settori correlati si sono ulteriormente ridotti.

Un altro motivo è l'aumento del prezzo dei prodotti in plastica come PE, PVC, PP, ecc.